Dopo una grande stagione in Formula 2, terminata al terzo posto dietro solo a Callum Ilott e Mick Schumacher, Yuki Tsunoda è pronto al grande salto. Il pilota giapponese debutterà in Formula nel 2021 a bordo dell’Alpha Tauri. Il pilota classe 2000 sarà inoltre il più giovane in pista, e nel corso di un’intervista si è lasciato andare ai ricordi della sua giovane carriera e della sua terra natale, spiegando inoltre di non essere sotto pressione.
Le parole di Yuki Tsunoda
Nel 2021 sarai il pilota più giovane in griglia. Questo ti mette molta pressione?
“No, davvero. Questa sarà la mia stagione da rookie e spingerò al massimo fin dall’inizio per adattarmi il più possibile alla macchina. Tuttavia, non ho paura di sbagliare: cercherò ovviamente di limitare gli errori, ma all’inizio sono inevitabili. Sono fiducioso di poter imparare dai miei sbagli, come ho dimostrato di saper fare l’anno scorso in Formula 2. Sono davvero felice di avere il supporto dei fan giapponesi e sono orgoglioso di poter rappresentare il Giappone sulla griglia, dopo Kamui Kobayashi nel 2014. Per quanto riguarda la pressione, me la metto da solo, quindi non cambia nulla a tal riguardo: voglio spingermi verso il successo”
Qual è stata la cosa che ti ha messo maggiormente in difficoltà quando ti sei trasferito in Europa dal Giappone?
“Il cibo! E la lingua. Quando sono arrivato in Europa, vivevo in Svizzera dove tutti parlavano francese e non è stato facile. E poi, il cibo: mi piace molto e dovendo cambiare la mia dieta, adoro il sushi e il cibo giapponese in generale la cosa mi ha un po’ stressato. Questo nuovo modo di vivere ha complicato un po’ le cose, ma la squadra e il mio trainer mi hanno aiutato molto. Alla fine, mi sono adattato e sono felice dove sono adesso”
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Quali sono stati i momenti migliori e peggiori della tua carriera fino ad ora?
“Il peggiore nel 2016, quando sono arrivato terzo ai test per Honda Junior Driver. Generalmente, la Honda prende i primi due piloti per farli correre in Formula 4. Avevo discusso del test con mio padre e avevo deciso che se non fossi riuscito a passare, avrei rinunciato alle corse. Ma il responsabile del programma era l’ex pilota di F1 Satoru Nakajima: fu lui a suggerirmi alla Honda, dopo avermi osservato dall’esterno di una chicane. Così, è grazie a lui che ho potuto guidare in Formula 4 con la Honda. Il momento migliore è stato a Monza, in Formula 3, nel 2019. Penso che senza quella vittoria, non sarei stato in F2 l’anno successivo. È stata la mia prima vittoria in Europa, quindi ho tanti bei ricordi di quel giorno”
Se potessi farlo, quale consiglio daresti al te di 10 anni fa?
“Gli direi di iniziare a concentrare tutte le sue energie nelle corse prima di quanto abbia fatto io, senza lasciarsi distrarre da altre cose. Fino a 16 anni, non ero così preso delle gare. Non dico che non mi piacessero, ma non mi sono impegnato quanto avrei dovuto”
Chi è Yuki Tsunoda fuori dalla pista?
“Solo un normale ragazzo di 20 anni. Mi piacciono i videogames: quando non corro, gioco con i miei amici in Giappone. Mi piacciono soprattutto i giochi sparatutto come Apex Legends e Call of Duty. A volte, quando ci gioco, immagino di sparare a qualcuno che odio… funziona bene, mi carica! Inoltre, mi piace stare all’aperto e fare attività come wakeboard e snowboard. C’è un posto a Milton Keynes dove puoi fare snowboard al coperto. In generale, le attività fisiche in generale mi piacciono. Trovo che lo sport e i giochi mi aiutino a resettare la mente e dopo mi sento rigenerato. Tuttavia, non mi piacciono i giochi di corse, perché non li trovo realistici”
Il rapporto con i Social Media
“Non ho usato molto i social finora. Di recente ho cercato di migliorare la mia presenza, ma non ci penso troppo. Il mio obiettivo è correre e prepararmi al meglio per la nuova stagione”
Il ricordo di Kanagawa, la sua città natale
“È una prefettura balneare, la seconda più popolata dopo Tokyo. È un bel posto e mi manca, soprattutto il buon cibo”
Qual è il rapporto con la tua famiglia?
“Mi ha sempre supportato nella mia carriera agonistica e la ringrazio per questo. Ho una sorella, che ha due anni meno di me”
La scelta del numero 22 per la sua vettura
“Il mio numero quando correvo in kart era 11, ma in F1 è già stato preso da Sergio Perez. Quindi l’ho duplicato: il 22 mi piace, anche perché è già stato il numero di Jenson Button, campione del mondo 2009 che stimo molto. È un numero usato anche dal giapponese Takuma Sato”
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