Come tutti i giocatori della Serie A, e non solo, Romelu Lukaku sta passando la quarantena nella sua casa di Milano. La pandemia mondiale ha sconvolto la vita di tutti, sportivi e non, e anche l’attaccante belga ha iniziato a dichiararsi preoccupato per la situazione che sta vivendo l’Italia, ed in particolare la Lombardia. Lukaku, nel corso di un’intervista con l’ex attaccante dell’Arsenal Ian Wright, si è lasciato andare raccontando aneddoti e retroscena della sua carriera.
Le parole di Romelu Lukaku sull’Inter e sull’addio al Manchester United
Romelu Lukaku sta passando la quarantena nella sua casa di Milano, dove ha rilasciato un’intervista (via web ovviamente), con l’ex attaccante dell’Arsenal Ian Wright, ora commentatore sportivo. L’attaccante belga si è lasciato andare, raccontando degli aneddoti molto particolari su Antonio Conte, parlando di quanto sia duro negli allenamenti, ma di come il suo lavoro dia grandi frutti. Lukaku ha parlato anche dell’addio all’Inghilterra e alla Premier League, dove ha passato gli anni più belli della sua carriera (fino ad ora), con le maglie di Chelsea, Everton e infine Manchester United.
” Da quanto sono in quarantena? Nove giorni. Ho fatto in modo di procurarmi una bici da camera. Ho chiesto nella chat di squadra chi avesse una cyclette e dopo due ore hanno portato una bicicletta a tutti. La vita di tutti i giorni mi manca. Mi manca stare con mia madre, con mio figlio, anche con mio fratello. È dura perché non puoi avere contatti con gli altri. Ma mi manca molto anche allenarmi e giocare di fronte ai miei tifosi.
In momenti così inizi ad apprezzare quello che hai. Sono un ragazzo fortunato. Questi giorni mi stanno riportando indietro a quando ero bambino. Bisogna stare attenti, potrebbe capitare di toccare qualcuno che ha il virus e poi tornare a casa. Mia mamma ha il diabete, quindi non posso assolutamente vederla. Anche lei non esce, fa solo una passeggiata per l’isolato e poi rientra subito a casa. Come mi tengo in forma? Lavoro con il mio fisioterapista e ogni giorno mi portano il cibo dal centro d’allenamento. A pranzo mangio soprattutto pesce e verdure.
Sono stato vicino molto vicino alla Juve, ma la mia mente è sempre stata all’Inter e al suo allenatore. I nerazzurri erano la mia squadra preferita da quando ero bambino: era la squadra di Adriano, Ronaldo e Vieri, con cui ora ho un ottimo rapporto. Conte mi voleva già al Chelsea, quindi non ho mai avuto dubbi. Da quando sono arrivato mi sono concentrato sull’allenamento e sul ritorno alla forma migliore. Lavoro sodo davvero”
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Il suo rapporto con Antonio Conte

Lo scudetto è ancora possibile?
Per Conte è molto importante la mia posizione. Nei giorni successivi alle partite abbiamo sempre una sessione video. Il primo tempo lo guardiamo il lunedì, il secondo tempo il martedì. Non si può certo dormire, perché Conte ti becca”
In quel momento o reagisci e inizi a giocare bene oppure ti butti giù. Io però non potevo essere così infantile e ho continuato a lavorare. Qualche giorno dopo abbiamo affrontato il Milan: ho fatto una delle migliori partite della stagione. Quelle critiche davanti a tutti mi hanno fatto fare un importante step mentale”
Il suo addio al Manchester United
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