La favola di Roger Federer a Wimbledon si è conclusa ai quarti di finale. Lo svizzero, dopo due settimane impegnative ma positive, si è dovuto arrendere davanti ad Hurkacz, nonostante milioni di tifosi in tutto il mondo sognassero l’ultimo grande capolavoro del “Re” sui campi inglesi. Dopo il match, l’otto volte campione di Wimbledon ha parlato del suo torneo, dei suoi obiettivi per questa stagione e della possibilità di giocare alle Olimpiadi di Tokyo.
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Le parole di Roger Federer
“Pensavo di avere buone chance di vincere la partita. Sapevo che se fossi riuscito a proteggere la mia battuta e ad attaccare la sua seconda, sarei riuscito ad entrare nei palleggi girandoli poi a mio favore. Ma ho fatto fatica all’inizio del primo set, il ritmo sulla mia battuta non c’era, mi sono messo in troppe situazioni difficili e non ho sfruttato le occasioni che ho avuto. Credito a lui per aver vinto il primo set, ma sento di dover fare meglio in quella situazione. Il secondo set avrei dovuto fare in modo di vincerlo in una qualche maniera. Ero avanti di un break, 4-1, poi il tie-break è stato orribile, i primi sei punti andare sotto 4-2 e cambiare campo andando contro vento. Una volta sotto di due set, con l’inerzia dalla sua parte, tutto diventa troppo complicato. Alla fine è stato lui il migliore in campo e ha meritato di vincere”
E’ stata l’ultima apparizione a Wimbledon?
“Non so se questa è stata la mia ultima volta a Wimbledon, è troppo presto per dirlo. Wimbledon era l’obiettivo che mi ero posto per ritornare in gara, e alla fine del torneo sapevamo che, qualunque cosa fosse successa, ci saremmo seduti tutti intorno a un tavolo per valutare le prossime mosse. Devo capire cosa fare per ottenere una forma migliore così da essere più competitivo. Non so se sia una questione di giocare più partite. Mi sento bene fisicamente dopo i match giocati, sono contento di aver fatto quello che ho fatto a Parigi, Ginevra, Doha e Halle. Ma devo essere un giocatore migliore per essere competitivo ai massimi livelli. Lo sapevo all’inizio del torneo che le cose sarebbero diventate difficili con i giocatori più forti”
Raggiunti i 40 anni, quali sono le difficoltà nel giocare a tennis ad alti livelli?
“Ci sono ancora tante cose che mancano nel mio gioco che magari 10, 15, 30 anni fa mi risultavano molto semplici. Oggi semplicemente non vengono con la stessa naturalezza, devo fare uno sforzo in più per ricordarmi di fare questa cosa o quell’altra. Ci sono delle idee che mi vengono in campo ma non riesco a metterle in pratica, ed è complicato quando si gioca contro giocatori molto forti.”
Come ci si sente dopo aver affrontato un torneo così difficile?
“Quando ti poni un traguardo, e poi tutto finisce, non importa se hai perso al primo turno oppure hai vinto al torneo, è come un enorme peso che viene tolto dalle tue spalle, e ti senti esausto. Andrei a dormire ora, sono davvero esausto. È una strana sensazione, hai puntato tutto su questo obiettivo e quando tutto è finito vuoi andare a dormire perché sei così stanco dall’aver provato tutto e messo tutte le energie che avevi in campo. Il mio obiettivo era tornare per Wimbledon 2020, e sono riuscito a malapena a tornare per Wimbledon 2021. Si tratta di un percorso lungo e difficile che bisogna affrontare a tappe. Prima si cerca di camminare senza stampelle, poi di correre, poi di tornare in campo. Ci sono alti e bassi, rallentamenti. Ma sono arrivato fino qui, e ora bisogna rivalutare la situazione e vedere quali sono i prossimi obiettivi”
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