Michael Jordan è sicuramente uno dei migliori, se non il migliore in assoluto, giocatori di basket della storia, ed è molto amato ancora oggi. Dopo diciotto anni dal suo ritiro infatti, risulta ancora il secondo atleta statunitense più influente, da un sondaggio riportato da Forbes, secondo solo a Tiger Woods. L’annuncio dell’uscita di “The Last Dance”, docu serie rilasciata in streaming su Netflix che ripercorre la sua carriera, ha mandato in delirio molti fan dell’ex stella dei Chicago Bulls, ma ha anche creato molte polemiche. Nel corso delle puntante infatti, Jordan ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera, e ha spiegato molte cose rimaste oscure nel corso di questi anni, come la rissa con Steve Kerr nel 1997 e lo storico diverbio con Isiah Thomas.
Gli Chicago Bulls degli anni ’90 sono entrati nella leggenda di questo sport grazie ai fenomeni presenti in squadra e ai sei titoli NBA vinti. La stella era ovviamente Michael Jordan, ma il giocatore ritenuto più importante dopo di lui era sicuramente Scottie Pippen. Il numero 33 dei Bulls viene spesso ricordato come “l’eterno secondo” dato che, nonostante le grandissime qualità tecniche, veniva spesso messo in ombra dal Michael Jordan. Da parte sua, MJ ha sempre definito Pippen come il miglior compagno che abbia mai avuto, spiegando come, senza di lui, tutte quelle vittorie non sarebbero state possibili.
“Quando parlano di Michael Jordan dovrebbero parlare di Scottie Pippen. Mi ha aiutato così tanto, specialmente per come mi ha insegnato ad approcciarmi ad ogni gara importante. Non avrei vinto senza Scottie Pippen. Lo considero senza dubbio il miglior compagno di squadra che abbia mai avuto, uno dei migliori di tutti i tempi”

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Scottie Pippen infuriato per le parole di Michael Jordan

Jordan Pippen

Scottie Pippen e Michael Jordan con la maglia dei Bulls

Secondo quanto riportato da ESPN però, sembra che Scottie Pippen non abbia affatto gradito “The Last Dance”, accusando Michael Jordan di aver mentito spudoratamente su di lui, dipingendolo più volte come un egoista. Dopo la prima polemica di Horace Grant, che aveva dichiarato “Noi sappiamo benissimo che circa il 90% di quanto detto in “The Last Dance” sono st*****te”, Scottie Pippen è il secondo giocatore a polemizzare su quanto detto da Jordan. Le rivelazioni dell’ex cestista nel documentario sono piuttosto scottanti, e i realizzatori, e probabilmente lo stesso Jordan, erano perfettamente in grado delle discussione che sarebbero state create, ma la situazione sembra essere sfuggita di mano. Horace Grant era stato definito da Michael Jordan come uno spione, mentre Pippen viene definito più volte come un fifone e un egoista. Sembra che l’ex compagno di squadra di “Air” Jordan sia furioso con lui, e questo potrebbe rovinare un rapporto che fino ad oggi sembrava ottimo. Molti spettatori sono infatti stati sorpresi non solo dalle parole di Michael Jordan, ma dal fatto che il 23 abbia rivelato un pensiero negativo sui suoi compagni di squadra dopo oltre 22 anni.


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Ma da dove nascono queste polemiche? Michael Jordan ha definito egoista Scottie Pippen a causa di quanto successo all’inizio della stagione 1997/1998. Pippen aveva da tempo un problema alla caviglia, ma aveva deciso di continuare a giocare per non saltare alcune gare importanti, salvo poi essere costretto ad operarsi, saltando così molti mesi di quella stagione. Jordan ha accusato il suo ex compagno di squadra di aver messo in difficoltà tutto il team saltando molti mesi. Steve Kerr però, altra stella della squadra, ha spiegato come in realtà Pippen abbia preso la decisione di non operarsi in accordo con il resto dei Chicago Bulls, al contrario di quanto detto da Jordan. E’ stato invece ritenuto fifone per quanto successo prima della gara 7 delle finali di Eastern Conference. Pippen rinunciò a giocare a causa di una forte emicrania, e ad averla vinta alla fine furono i Detroit Pistons, grandissimi rivali degli Chicago Bulls, cosa che fece infuriare Michael Jordan e che creò un acceso diverbio con lo stesso Pippen. Nelle settimane successive le cose si rimisero al loro posto, o almeno così sembrava, dato quanto riferito nel documentario.

Ad alimentare le polemiche su Scottie Pippen sono arrivate le parole di David Falk, lo storico agente di MJ, che in una recente intervista aveva dichiarato:
“Scottie era un grandissimo giocatore, ma aveva un solo grande problema. Come anche il documentario ha mostrato, in tanti momenti diversi degli episodi che abbiamo visto, Scottie Pippen non era un grande competitore. A volte anche per ragioni sciocche come l’emicrania. Pensate davvero che Michael Jordan avrebbe lasciato il campo a meno che non gli amputassero una gamba? Scottie non giocò parte parte di quella partita perché aveva mal di testa, un grande giocatore non lo avrebbe fatto”

Ora tutti gli appassionati e i tifosi degli Chicago Bulls aspettano una risposta da parte di Michael Jordan che, fino a all’uscita di questo documentario, sembrava avere un rapporto perfetto con Scottie Pippen e tutti i suoi compagni di quella squadra gloriosa che ha fatto innamorare milioni di persone al basket.

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