Olga Morozova è stata senza dubbi la pioniera del tennis sovietico. Negli anni ’70 si specializzo nel doppio, diventando la prima tennista russa a vincere un titolo dello Slam, quando trionfò al Roland Garros in coppia con Chris Evert. Nello stesso anno riuscì a raggiungere due finali (stavolta nel singolare), prima al Roland Garros e poi a Wimbledon. In entrambe le occasioni si è però dovuta arrendere alla superiorità della grande amica Chris Evert. Morozova riuscì a raggiungere la settima posizione del ranking mondiale, impresa incredibile per il tennis sovietico di quegli anni. Durante un’intervista al settimanale “Tennis United”, l’ex tennista ha parlato della sua esperienza, dagli inizi in Russia al primo viaggio a New York negli anni ’70.
Il pensiero di Olga Morozova su Maria Sharapova
“Maria Sharapova è stata importantissima per il tennis russo. E’ stata la nostra portabandiera alle Olimpiadi di Londra 2012, la sua importanza per il nostro paese è davvero notevole. La mia opinione è che tutto ciò che ha fatto sia davvero difficile da descrivere. Ammiro ogni momento della sua vita. Ho letto il suo libro e naturalmente ho compreso i tanti sacrifici fatti per migliorare il gioco e per riprendersi dall’infortunio. La cosa che più mi ha impressionato del lavoro svolto da Sharapova è stato quello che ha fatto nel periodo successivo all’intervento alla spalla nel 2008. E’ stata ferma per più di un anno, ha dovuto modificare il suo movimento al servizio, cosa che non è facile per nessun tennista, ma è riuscita a rimanere una delle giocatrici più forti del circuito. Penso che a volte le persone dimentichino cosa ha passato. I tennisti sanno bene quanto sia difficile cambiare alcuni aspetti del gioco. Con l’infortunio ha cambiato servizio e dritto, oltre che buona parte del suo gioco. Può sembrare semplice, ma non è così. A volte anche modificare la sola impugnatura del servizio può rivelarsi complicato.
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Morozova racconta la sua vita in Russia e il primo viaggio negli Stati Uniti

Olga Morozova a Wimbledon 1974
“La mia era una famiglia molto semplice. Mia madre faceva la segretaria, mio padre era un meccanico. Viste le condizioni economiche della mia famiglia non penso che al giorno d’oggi avrei potuto iniziare a giocare a tennis, tenuto conto di quanto sia costoso oggi in Russia intraprendere uno sport. Ai miei tempi mia madre mi comprò una racchetta e una tuta da tennis. Non era niente di speciale, ma mi permetteva comunque di giocare. Ero felice per il solo fatto di poter giocare e fare nuove amicizie. Da bambina poi non conoscevo nulla, ad esempio, di Wimbledon o degli US Open. Solo intorno ai 16 anni, quando ho iniziato a giocare veramente bene, mi è stato detto della possibilità di partecipare a Wimbledon. Quello che ricordo con più piacere è il mio primo viaggio negli Stati Uniti. E’ stato come un sogno andare a New York, sembrava davvero di essere in un film. Ricordo le macchine enormi, la Coca Cola, i jeans blu. L’estate a New York, durante il periodo degli US Open, era davvero caldissima, niente a che vedere con la Russia. Ricordo che quando eravamo in macchina tutti chiudevano i finestrini, io sinceramente non capivo il perché e li aprivo, senza rendermi conto che, in questo modo, facevo uscire l’aria condizionata. Sembra sciocco, ma non potevo immaginare esistesse qualcosa del genere”
Il ricordo delle battaglie di Billie Jean King
“Billie Jean King è Billie Jean King, non c’è bisogno di dire altro. E’ sempre stata al top, dentro e fuori dal campo. Ci spiegava sempre tante cose, anche quelle che inizialmente non riuscivamo a capire. Come donna in Unione Sovietica non ero abituata a prendere molte decisioni, ma ero comunque molto interessata a quello che stava accadendo. Ricordo che Bobby Riggs mi disse che avrebbe voluto giocare contro di me a Mosca, nella Piazza Rossa. Gli dissi di chiedere un invito e io avrei giocato, ma a quanto pare non l’ha mai fatto”
I successi delle tenniste russe nel 2004
“E’ stato bello vedere, nel 2004, una finale tutta russa al Roland Garros, la prima della storia. Quando guardi Myskina, Dementieva, Kuznetsova ti accorgi che provengono tutte da grandi famiglie di sportivi. La base per l’allenamento era molto buona, proveniva dall’Unione Sovietica e il tutto era studiato scientificamente. Avevamo un ottimo sistema di coaching. I giocatori poi tendevano a stare per molto tempo con gli stessi allenatori, questo penso sia molto importante. Dementieva e Myskina sono ragazze completamente diverse con un tennis diverso, ma avevano successo perché erano fisicamente molto forti.
Morozova ricorda le Olimpiadi di Pechino nel 2008
“Le Olimpiadi di Pechino nel 2008 sono state un momento fantastico per la Russia. Elena Dementieva ha vinto la medaglia d’oro, battendo in finale Dinara Safina, che poi sarebbe diventata numero 1 al mondo. Vera Zvonareva ha completato il podio tutto russo battendo Li Na nella finale per il terzo posto. Veramente un gran momento per noi, spero che prima o poi si possa rivivere un’emozione del genere.
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