Novak Djokovic è reduce dalla vittoria di ieri nel Master 1000 di Cincinnati, giocato sui campi di New York. Per il serbo si tratta del Master 1000 numero 35, e rappresentano un record, considerando che ognuno di questi tornei è stato vinto da Djokovic almeno due volte. Numeri impressionanti per un giocatore impressionante, che però in questi giorni sta facendo discutere più per le sue idee che per i risultati in campo. Il numero 1 al mondo vorrebbe creare un’associazione che tuteli i diritti dei giocatori di tennis, senza però staccarsi completamente dall’ATP. La proposta fa discutere e, nonostante la lettera scritta dallo stesso Djokovic ai tennisti per spiegare bene come funzioni, alcuni tennisti importanti come Roger Federer e Rafa Nadal si sono schierati contro questa opzione.
Le parole di Novak Djokovic
“Ho fatto parte per circa dieci anni del consiglio dei giocatori, e l’ho fatto gratuitamente provando a mettere il mio tempo, la mia energia e le mie conoscenze al servizio del miglioramento di questo sport. Ovviamente l’ecosistema di cui facciamo parte, che include l’ATP,fSlam che sono indipendenti, l’ITF, la WTA, è molto complesso. Devo precisare che non si tratta di un’idea nuova, venuta fuori dal nulla. Non voglio venire qui e dirvi che si tratta di un’idea mia o di Vasek. Questo progetto è stato condiviso da molti giocatori negli ultimi vent’anni, ad esempio Andy Roddick. Siamo tra i pochi sport globali a non avere un’associazione composta soltanto da giocatori. Penso sia il passo giusto da fare per unificare i tennisti e fornire loro una piattaforma attraverso la quale possano esprimersi e parlare dei loro interessi”
“In quanto giocatori, vogliamo soltanto un’organizzazione che sia al 100% nostra nella quale discutere delle nostre preoccupazioni passate, presenti e future. Dove ci porterà, questo non lo so. Non abbiamo la risposta a tutte le domande ora e non sappiamo chi rappresenterà i giocatori. Abbiamo un’idea generale di come l’associazione dovrà essere: ci saranno dei fiduciari ma anche degli incontri annuali. Cercheremo sicuramente di collaborare con l’ATP e gli altri organi di governance del tennis. Ovviamente non avremo alcun potere esecutivo, quantomeno all’inizio. Se le cose cambieranno in futuro non lo so, ma spero che, prima di tutto, si riesca ad ottenere il supporto dalla maggior parte dei giocatori”
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“Al momento ci stiamo facendo un’idea di quanti giocatori davvero vogliano unirsi a quest’iniziativa; partiremo da qui. Ho inviato una lettera ai primi 500 giocatori del ranking del singolare e ai primi 200 doppisti, per spiegare le mie motivazioni”
Sulle differenti idee di Roger Federer e Rafa Nadal
“Nella lettera dell’ATP ho letto che non credono nella coesistenza con la nostra associazione. Rispettosamente, non sono d’accordo. Legalmente siamo affidabili al 100% e ci è concesso formare un’associazione dei giocatori. Non è una unione, è un’associazione di giocatori. Non vogliamo boicottare né formare un tour parallelo. Ovviamente mi piacerebbe avere Roger Federer e Rafa Nadal dalla nostra parte, mi piacerebbe avere tutti dalla nostra parte, ma capisco che alcuni di loro la pensino diversamente e non credono che sia il momento giusto. Ma, lo ribadisco, io credo che invece il momento sia quello giusto, il momento è sempre quello giusto. E’ come avere un bambino: il momento non è mai giusto o è sempre giusto”
La lettera del consiglio dei giocatori firmata da Federer e Nadal
Il Player Council, di cui fanno parte anche Roger Federer e Rafael Nadal, ha rilasciato nei giorni scorsi una lettera per rispondere alla proposta di Novak Djokovic. Il consiglio si è espresso in maniera negativa sulle idee del serbo, spiegandone i motivi nella lettera.
“A nome del Player Council vorremmo mandare un messaggio per dire che non sosteniamo la formazione della nuova associazione dei giocatori. Crediamo che sia il momento sbagliato per percorrere una strada che minerebbe la capacità della dirigenza attuale di proseguire i suoi obiettivi. Una nuova associazione non può coesisstere con l’ATP. Rispettiamo pienamente il diritto all’opinione di ogni giocatore, quindi il nostro obiettivo è informarvi sulla nostra posizione e assicurarci che tutti comprendano appieno le possibili implicazioni di quello a cui i giocatori sono chiamati ad aderire. Ci sono sempre delle conseguenze e non pensiamo che siano state illustrate, o quantomeno noi come Council non le abbiamo lette in alcun documento. Esiste un business plan dettagliato? Quali sono il best case e il worst-case scenario, dal punto di vista finanziario? Quali diritti ulteriori garantirà ai giocatori questa nuova associazione? Se l’obiettivo è rappresentare i giocatori, perché il Player Council non era stato neanche informato? Cosa succedere al sistema assicurativo e previdenziale dell’ATP? Chi si assumerà la responsabilità di eventuali ricadute negative sulle nostre carriere?“
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