Novak Djokovic ce l’ha fatta, ha portato a casa il secondo Roland Garros della sua carriera. Il serbo è riuscito in un capolavoro, vincendo prima la semifinale contro il “Re di Parigi” Rafael Nadal, sconfitto solo in tre occasioni su questo campo (di cui due proprio da Djokovic) vincendo poi la maratona in cinque set in finale contro Stefanos Tsitsipas. Oltre a vincere un torneo molto importante per lui, il numero 1 al mondo è diventato il primo giocatore dell’era Open a vincere almeno due volte i 4 tornei dello Slam con i 9 Australian Open, 2 Roland Garros, 4 Wimbledon e i 3 Us Open. In questo modo Djokovic ha raggiunto i 19 slam in carriera, arrivando a meno uno dalla coppia Rafael Nadal e Roger Federer. Di questo e molto altro ha parlato dopo la partita.


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Le parole di Novak Djokovic dopo la vittoria del Roland Garros

“Sono felice ed orgoglioso di questo traguardo. Amo la storia di questo sport, è una cosa che mi ispira particolarmente. Visti gli ultimi due giorni non potrei essere più felice o soddisfatto, credo che questo sia uno dei tre più grandi risultati della mia carriera: ho giocato quattro ore e mezza con Rafa venerdì, sabato non mi sono allenato per ricaricare le batterie, e oggi ho fatto altre quattro ore abbondanti con Tsitsipas. Lui giocava la sua prima finale, una situazione non semplice, perché stava giocando per la sua prima vittoria Slam ma allo stesso tempo non hai molto da perdere. Sapevo che sarebbe partito bene: nel primo set c’è stato grande equilibrio, ma lui è stato più bravo nei momenti chiave. Nel secondo sono crollato fisicamente e mentalmente, ero stanco e lui ha dominato. Allora mi sono preso una pausa, e, come contro Musetti al quarto turno, quando sono tornato in campo mi sentivo un altro giocatore, completamente rinato. Dopo aver vinto il terzo set credo di aver acquisito un vantaggio psicologico, e quando l’inerzia è girata a mio favore la partita è cambiata definitivamente”

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Hai avuto problemi fisici durante la partita?

“Sì ho avuto qualche piccolo problema, ma niente che potesse condizionarmi a lungo termine dal punto di vista della forza e della mobilità. Però sì, per una mezz’ora ho avvertito il colpo. Una caduta può scombinare il tuo ritmo, in particolare al servizio nel mio caso, non mi entrava più la prima. Comunque non voglio togliere niente al mio avversario, ha giocato benissimo nei primi due set”

Come hai fatto a trovare la forza per ribaltare due set a zero?

“Parlo con me stesso, ma non a voce alta, cerco di farlo nella mia testa. Ci sono due voci dentro un giocatore: una che ti dice che è finita, che non ce la farai (questa era piuttosto forte dopo il secondo set) e un’altra che ti dice che puoi ancora farcela. Ho sentito che era il momento di zittire la prima voce, e ho iniziato a ripetere parole di incoraggiamento dentro la mia testa, ho cercato di vivere queste parole con tutto il mio essere. Quando è iniziato il terzo set ho visto che il mio livello di gioco rispondeva a quella seconda voce, più positiva ed incoraggiante. Da lì in poi non ho più avuto dubbi. In campo non hai moltissimo tempo per pensare, ma nel corso della mia carriera mi sono allenato tanto da questo punto di vista: cerco sempre di ritrovare il mio equilibrio nel momento, così da non essere sballottato a destra e a manca, anche se in passato mi è capitato, anche in finali Slam che ho perso. Quel dibattito interiore in certi momenti della mia carriera è stato vinto dalla voce più pessimistica. In fondo è uno sport individuale, non hai nessuno su cui fare affidamento: certo, hai un team, ma alla fine devi essere tu a scendere in campo e risolvere il problema, soprattutto in situazione di grande svantaggio come quella odierna. Per questo credo che la preparazione mentale sia importante quanto quella fisica”. 

Il regalo al bambino sugli spalti a fine partita

Non so chi fosse quel ragazzo, ma mi ha incoraggiato per tutta la partita, soprattutto quando ero sotto di due set, e ha anche cercato di darmi indicazioni tattiche! È stato molto carino, quindi ho pensato che fosse la persona migliore a cui dare la racchetta a fine partita, volevo mostrargli la mia gratitudine”

Djokovic

Il Grand Slam è possibile? 

“Tutto è possibile. Credo di poter dire di aver raggiunto obiettivi di cui tanti non mi ritenevano capace. Sono in una buona posizione per cercare di fare il Golden Slam, ma ero allo stesso punto nel 2016, e ho finito per perdere al terzo turno a Wimbledon contro Sam Querrey. Quest’anno ci sono solo due settimane fra la finale del Roland Garros e l’inizio di Wimbledon, una situazione non proprio ideale perché si gioca su due superfici completamente diverse, quindi dovrò cercare di adattarmi il più rapidamente possibile”

Cosa farai ora? 

“Ovviamente ora cercherò di godermi questa vittoria, e fra qualche giorno mi metterò a pensare a Wimbledon. Sono veramente contento che quest’anno si giochi a Londra, vista la cancellazione del 2020. Ho vinto le ultime due edizioni, quindi spero di poter estendere la striscia positiva. Mi piace l’erba, nel corso degli anni credo di essere migliorato nell’adattare il mio gioco alla superficie. Spero anche di poter traslare a Wimbledon la fiducia che ho in questo momento“

Il record di Slam di Federer e Nadal

“Non ho mai pensato che eguagliare i loro Slam fosse una mission impossible, anche se non ci sono ancora riuscito. Stanno ancora giocando benissimo entrambi, soprattutto Rafa, e tutti e tre possiamo ancora vincere a Wimbledon e negli altri Slam. Io continuerò a lottare e ad inseguire record, e allo stesso tempo a tracciare il mio percorso; tutti e tre abbiamo il nostro percorso”

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