Marco Cecchinato si è raccontato in una lunga intervista, parlando dei suoi successi e della sua carriera in generale. Impossibile non parlare del capolavoro di due anni fa, quando arrivò alle semifinali del Roland Garros, prima volta per un italiano dopo quarant’anni di attesa, quando fu Corrado Barazzutti a riuscire nell’impresa. Di questo e molto altro ha parlato Marco Cecchinato nel corso dell’intervista.
Le parole di Marco Cecchinato
Ho ritrovato il Marco Cecchinato grintoso che tutti avevano conosciuto. Sì, ci sono cose positive, sia in campo, sia per quanto riguarda l’atteggiamento, ma anche a livello fisico. Adesso sto bene, ho lavorato tanto. Questo stop mi è servito perché ho avuto la possibilità di rimettermi in sesto e sono stato tante ore in campo con Max, soprattutto nel primo periodo, perché avevo bisogno di ritrovare quelle buone sensazioni che avevo un po’ dimenticato e , da n. 16, ero uscito dalla top 100. E, in verità, per questo rosicavo tanto, era una cosa che mi faceva stare male. Tante sconfitte al primo turno, brutte sensazioni, ho passato un periodo difficile. Tante critiche, con la gente che cominciava a parlare male e a criticarmi. Da una parte soffrivo, ma dall’altra parte avevo tanta voglia di rimettermi in gioco“
La collaborazione con il coach Max Sartori
“Per me Max è il coach migliore d’Italia, lo conosco. Con lui ho vissuto due anni da quando ero andato via da casa, quando avevo 17 anni e in quell’occasione sono cresciuto tanto, sono passato da bambino a ragazzo“
La felicità ritrovata dopo la nascita del figlio
“Mi dicevano che la nascita di un figlio avrebbe cambiato la mia vita ed è vero, la mia vita ora è cambiata tanto. Mi sento molto più responsabile, vedo le cose in maniera diversa. Per me è stato importante, perché mi ha dato tanta energia positiva. La scelta di Max e la nascita di mio figlio mi hanno fatto ritrovare la serenità e la voglia che mi mancava da un po’ di tempo”
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La semifinale al Roland Garros ha ridato slancio a tutto il tennis italiano?
“Sicuramente sono contento perché se non l’avessi fatto, ovviamente non ci sarebbe stato quel pezzo della mia carriera e della mia vita” ammette Marco. “Per me è stata una parte importante in cui ho percepito il vero livello, perché non si arriva al n. 16 del mondo e ad una semifinale slam per caso. Ho raggunto traguardi importanti. Ovvio che mi faccia piacere perché è partito tutto da lì e l’hanno riconosciuto anche tanti giocatori e tanti coach quindi, sentirmelo dire, mi fa piacere. E quello che adesso mi piace è che siamo in tanti italiani e, secondo me, uno trascina l’altro. Anche per me, che adesso sono un po’ più indietro, è importante perché si ha sempre la voglia di superare chi ti sta davanti“
Quali sono gli obiettivi per il 2021?
“Non mi pongo un obiettivo preciso di ranking, ma vorrei giocare quelle settanta-ottanta partite nel modo in cui ho giocato nel finale di stagione del 2020, con quella voglia, con quella carica e quell’energia positiva che avevo quando entravo in campo ultimamente”
Su Matteo Berrettini
“Penso che Matteo Berrettini abbia fatto una cosa incredibile raggiungendo le Finals, e anche questo può essere da traino per tutti gli altri ragazzi“
Le parole di Massimo Sartori
“Quello che mi è piaciuto molto della stagione è che lui sia andato a Roma. Arrivava da un Challenger in Francia, dove aveva perso ai quarti, è partito, in macchina, è arrivato a Roma e ha giocato le qualificazioni; ha fatto tre turni di quali, poi quella contro Edmund, è stata una partita importante per lui perché ha tirato fuori qualcosa che non trovava più. Da lì è andato a Parigi e si è riqualificato superando ancora tre turni. Anche a Parigi Bercy si è qualificato. Ecco, secondo me, questo è già molto positivo perché quando un giocatore si qualifica sempre in tornei grossi, vuol dire che ha già cambiato marcia. E poi bisogna lavorare un po’ sul rovescio e va aiutato ancora nel servizio. A Parigi, quando ha fatto semifinale al Roland Garros, serviva veramente bene. Poi ha sempre fatto fatica; quest’anno in Sardegna ha cominciato a servire bene, ma anche a Parigi. Quindi va aiutato ancora in questo senso, ad esprimere un colpo migliore. Nel suo gioco, infine, deve sempre mantenere la palla pesante e gli avversari lontani dalla linea di fondo, perché poi lui ha la palla corta, il colpo stretto, tante cose, con il gioco di mano è molto forte Al Roland Garros, lui ha trovato il miglior Marco Cecchinato, oggi deve trovare il solido Marco Cecchinato“
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