Adriano è uno dei giocatori più amati dai tifosi dell’Inter, che ancora oggi ricordano il suo grande talento e il suo incredibile sinistro. Nel corso di un’intervista rilasciata al The Players’ Tribune, “l’Imperatore” ha ricordato la sua esperienza nerazzurra, parlando del suo arrivo in Italia e del suo bellissimo rapporto con l’ex Presidente Massimo Moratti. Il brasiliano ha anche spiegato le difficoltà avute con José Mourinho, che lo hanno portato a lasciare Milano.
Le parole di Adriano
L’arrivo in Italia in un’Inter piena di stelle
“Mi ricordo che appena arrivato in Italia, non avevo bene idea di cosa stava succedendo. Guardavo i miei compagni e pensavo: “Seedorf. Ronaldo. Zanetti. Toldo. Cavolo”. Era ovvio che fossi in soggezione, no?! Seedorf aveva il 7% di grasso corporeo! Rispetto!”
La punizione contro il Real Madrid
“Non dimenticherò mai quando stavamo giocando un’amichevole contro il Real Madrid al Bernabeu, e sono entrato dalla panchina. Guadagniamo una punizione dal limite dell’area e io mi avvicino al pallone. Ma sì, perché no?! Beh, indovinate chi c’era dietro di me a dirmi: “No, no, no. La batto io.” Materazzi!
Potevo a malapena capire che mi stava dicendo perché ancora non parlavo italiano, ma ho capito che gli rodeva. “No, no, no!” La voleva battere lui. Poi è intervenuto Seedorf e ha detto: “No, lascia tirare il ragazzino”. Nessuno discute con Seedorf. La gente mi chiede tutto il tempo di quel calcio di punizione. Come hai fatto a calciare il pallone così forte? E io gli rispondo: “Sai che non lo so! L’ho colpita di sinistro e Dio ha fatto il resto!”
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Il rapporto speciale con Massimo Moratti
Ma la società Inter? La migliore. Cavolo, dai. Un ragazzo della favela come me? Sono l’Imperatore d’Italia? Non avevo fatto quasi niente e tutti mi trattavano come un re. Era fantastico. Mi ricordo quando tutta la mia famiglia veniva a trovarmi da Rio e quando dico tutta la famiglia mi sa che non capite bene cosa voglio dire. Intendo la mia famiglia. Alla brasiliana. Non stiamo parlando di mamma e papà, stiamo parlando di 44 persone! Cugini, Zie, Zii! I miei amici!
Su quell’aeroplano c’era tutto il vicinato. La voce era arrivata anche al Presidente. Il Signor Moratti (la leggenda!). E il Signor Moratti ha detto: “Ehi, questo è un momento speciale per il ragazzo, prendiamo un pullman per la sua famiglia”. Moratti ha fatto noleggiare un intero pullman dai suoi collaboratori. Vi immaginate 44 brasiliani in gita in Italia?! Ahahahah! Uno spettacolo. È stata una festa. Questo è il motivo per cui non parlerò mai male dell’Inter e soprattutto di Massimo Moratti e della sua famiglia. Tutte le società dovrebbero essere così. Lui si preoccupava per me come persona”
Il difficile rapporto con José Mourinho
“Nel 2008, era l’epoca di Mourinho all’Inter, la situazione era diventata insostenibile. I giornalisti mi seguivano ovunque e con Mourinho era tutto un: “Che c***o! V******ulo!”
Ho detto, Oh Signore. Portami via da qui. Non ho resistito. Mi hanno convocato in nazionale e prima di partire Mourinho mi dice: “Non torni più, vero?!” Gli ho detto: “Già lo sai!” Biglietto solo andata”
Quanta pressione c’era per un giocatore di quella Inter?
“La stampa spesso è difficile. Non riescono a capire che non siamo solo giocatori, ma essere umani normali Essere L’Imperatore significava avere troppe pressioni. Io venivo dal nulla. Ero solo un ragazzo che voleva giocare a calcio e poi uscire per bere qualcosa con i suoi amici. So che è un qualcosa che non si sente spesso dai calciatori di oggi, perché è tutto così serio e ci sono troppi soldi di mezzo. Ma voglio essere onesto. Io non ho mai smesso di essere il ragazzo della favela. La stampa diceva che ero “scomparso”. Dicevano che ero tornato nelle favelas, che mi stavo drogando e tante altre storie incredibili di tutti i tipi. Pubblicavano foto mie dicendo che ero circondato da criminali e che la mia storia era una tragedia. Mi viene da ridere, perché quando fanno così non sanno assolutamente di cosa stanno parlando”
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